Negli ultimi anni si è assistito a un crescente ritorno d’interesse per la biografia e il pensiero di Gaetano Salvemini, non solo in Italia ma anche negli Stati Uniti, dove lo storico pugliese trascorse gli anni compresi tra il 1933 e il 1949, anno in cui rientrò definitivamente in Italia da dove era partito nell’agosto del 1925.
Storico, docente universitario, saggista e giornalista, fu un convinto meridionalista ed antifascista. Nacque a Molfetta nel 1873, si laureò in Lettere a Firenze dove apprezzò le teorie marxiste, pur sottoposte a revisione critica, maturando una forte convinzione nella difesa degli oppressi e schierandosi con il partito socialista. La sua lotta per la moralizzazione della vita pubblica lo portò a criticare aspramente Giolitti considerato “ministro della malavita” e la guerra di Libia, definita “scatolone di sabbia”. Si staccò dal partito socialista, reputandolo non abbastanza attento alla questione meridionale.
Fu nel 1915 tra i fautori dell’intervento e si arruolò volontario sin dal primo anno di guerra. Nel 1919 venne eletto deputato e sostenne una vivace polemica contro il nascente movimento fascista. Dopo l’avvento di Mussolini, Salvemini continuò ad opporsi al fascismo, anche con conferenze a Londra sulla politica estera italiana, suscitando le ire del governo. Mentre gran parte del mondo accademico italiano si sottomise al regime (“Manifesto degli intellettuali fascisti”, marzo 1925) Salvemini venne arrestato ed imprigionato.
Costretto all’esilio, a Londra, a Parigi e negli Stati Uniti continuò la sua battaglia politico-culturale contro il fascismo. Si trasferì definitivamente a Cambridge nell’autunno del 1933 ed iniziò a insegnare Storia della
civiltà italiana nel gennaio del 1934. Nel 1949 il Parlamento italiano gli restituì la cattedra all’Università di Firenze. Salvemini non smise mai di denunciare gli antichi mali italiani: le inefficienze, gli scandali, il favoreggiamento dei potenti, il fallimento della scuola pubblica, le ingerenze clericali. Morì a Sorrento il 6 settembre 1957.
L’occasione del 60° anniversario della morte può offrire l’opportunità per valorizzarne ulteriormente la biografia e l’opera di storico, antifascista e intellettuale, partendo dalle acquisizioni più recenti cui è pervenuta tanto la storiografia italiana quanto quella internazionale, ov- vero quelle legate agli anni del suo esilio e del rientro in Italia che hanno contribuito in maniera determinante a ridefinire il profilo di Salvemini, presentandoci la figura di un intellettuale moderno, cosmopolita, aperto alle contaminazioni culturali che l’esperienza l’americana gli aveva proposto; strenuo e intransigente antifascista, di- fensore della democrazia, spirito critico capace di antici- pare la rapida involuzione del sistema politico italiano nato dalla Resistenza.
Programma
Ottobre/Novembre 2017
(In formato completo nella brochure originale)
Bari – Università degli Studi “Aldo Moro”
Palazzo Del Prete
piazza Cesare Battisti, 1
Martedì 3 ottobre ore 11.00
Aula Aldo Moro
Gaetano Salvemini: profilo
di un intellettuale cosmopolita
con Renato Camurri
introduce Ennio Triggiani
Giovedì 12 ottobre ore 15.00
Aula Vincenzo Starace
Salvemini, Rosselli
e l’esilio antifascista
con Elisa Signori
discussant Carlo Spagnolo
Mercoledì 18 ottobre ore 11.00
Aula Vincenzo Starace
Salvemini tra l’età degasperiana
e la crisi del centrismo
con Andrea Ricciardi
discussant Silvio Suppa
lunedì 23 ottobre ore 11.00
Aula Vincenzo Starace
Salvemini teorico della democrazia
con Pier Paolo Portinaro
discussant Cesare Preti
lunedì 30 ottobre ore 11.00
Aula Vincenzo Starace
Tra militanza e rigore storiografico:
Salvemini storico del fascismo
con Mirko Grasso
discussant Nicola Colonna
lunedì 6 novembre ore 15.00
Aula Aldo Moro
Dialogo tra due intransigenti
con Goffredo Fofi ed Ernesto Galli della Loggia
modera Alessandro Leogrande
introduce Giuseppe Moro